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Oggetto:

Teatro e drammaturgia dell'antichità - L-FIL-LET/02

Oggetto:

Anno accademico 2009/2010

Codice dell'attività didattica
SCF0109
Docenti
Prof. Silvia Romani (Titolare del corso)
Prof. Mario Seita (Titolare del corso)
Corso di studi
laurea magistrale in teatro e arti della scena [LM-65]
Anno
1° anno 2° anno
Periodo didattico
Secondo semestre
Tipologia
Di base
Crediti/Valenza
9
SSD dell'attività didattica
L-FIL-LET/02 - lingua e letteratura greca
Oggetto:

Sommario insegnamento

Oggetto:

Obiettivi formativi

MODULO dott.ssa ROMANI Modulo A

Titolo del corso
Costruire Medea

Il corso si aprirà con un’introduzione, sintetica, ai meccanismi di messinscena del teatro greco antico. Un interesse particolare sarà poi dedicato alle incarnazioni sceniche di Medea: straordinaria figura di maga, innamorata e assassina. Si lavorerà dapprincipio alla definizione delle caratteristiche della sua biografia mitica, per poi procedere all’analisi delle opere drammaturgiche sopravvissute dall’antichità greco-romana che la riguardano (in particolare la Medea di Euripide e la Medea di Seneca). In un secondo tempo, verranno affrontati alcuni capitoli salienti della fortuna di Medea sulla scena del teatro occidentale, proponendo la visione di alcune fondamentali esperienze di messinscena. Ove possibile, è prevista anche la visione di alcune letture cinematografiche del mito: in particolare la Medea di Pasolini (1969), quella di Lars von Trier (1988) e quella di Ripstein (2000).
MODULO dott. SEITA Modulo B

Titolo del corso
Equivoci, amori e ossessioni nel teatro plautino: le commedie Amphitruo (Anfitrione) e Aulularia (La pentola).

Argomento
Giove ama follemente Alcmena, fedele sposa di Anfitrione, e, dio qual è, si trasforma nel marito della donna per goderne i favori; a sua volta, Mercurio assume le fattezze di Sosia, schiavo di Anfitrione. Da tutto ciò scaturiscono molti equivoci secondo il tipico meccanismo dello scambio di persona sino alla felice conclusione con la nascita di due bambini: uno figlio di Giove, il famoso Ercole, e uno figlio di Anfitrione: così narra Plauto nell’Amphitruo. L’anziano Euclione scopre una pentola colma d’oro e, avaro com’è, vive con l’ossessione che qualcuno possa rubargli quel tesoro: il che avviene. Tutto finirà però bene e l’oro costituirà la dote per la figlia di Euclione, già divenuta nel frattempo madre: questo è l’intreccio dell’Aulularia plautina, caratterizzata anch’essa da equivoci spesso di notevole efficacia. Non mancheranno richiami alla fortuna delle due commedie nella cultura europea moderna.
Oggetto:

Risultati dell'apprendimento attesi

Orale
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Programma

MODULO dott.ssa ROMANI (A)


 

Programma d’esame

Si richiede la lettura, in traduzione, della Medea di Euripide e della Medea di Seneca.

Il volume edito da BUR, a titolo Euripide – Seneca. Medea, le contiene entrambe.

Obbligatoria è anche la lettura di:

M. G. Ciani (a cura di), Medea. Variazioni sul mito, Marsilio

G. Guidorizzi (a cura di), Introduzione al teatro greco, Mondadori

 

Nel corso delle lezioni verrà fornito dal docente un dossier integrativo di materiali di riflessione e studio.

 

Gli studenti non-frequentanti: sono tenuti alla preparazione del programma descritto sopra, a cui devono aggiungere la lettura dell’Alcesti e dell’Ippolito di Euripide. Ai testi di Ciani e Guidorizzi, devono aggiungere lo studio di P. Pedrazzini, Medea fra tipo ed arche-tipo, Carocci.

La Medea di Pasolini e la Medea di Lars von Trier sono da ritenersi inoltre parte integrante del programma (sono entrambe disponibili al laboratorio audiovisivi al VI piano).

 

 

MODULO dott. SEITA (B)

 

Programma d’esame

 W. Beare, I Romani a teatro, trad. it., Roma – Bari, Laterza, 20086, pp. 15-80 (capitoli 2°-8°) e 155-226 (capitoli 16°-24°).

Plauto, Anfitrione, trad. di M. Scàndola, con un saggio di G. Paduano, Milano, Rizzoli (Bur), 2002.

Plauto, La pentola del tesoro, trad. di M. Scàndola, con un saggio di C. Questa, Milano, Rizzoli (Bur), 2000.

 

Testi consigliati e bibliografia



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Ultimo aggiornamento: 07/04/2014 14:58

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