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Fonti iconografiche e audiovisive per la storia - M-STO/04

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Anno accademico 2012/2013

Codice dell'attività didattica
SCF0433
Docente
Giovanni De Luna (Titolare del corso)
Corso di studi
laurea magistrale in Cinema e Nuovi Media [LM-65]
Anno
1° anno 2° anno
Periodo didattico
Secondo semestre
Tipologia
Di base
Crediti/Valenza
6
SSD dell'attività didattica
M-STO/04 - storia contemporanea
Modalità di erogazione
Tradizionale
Lingua di insegnamento
Italiano
Modalità di frequenza
Facoltativa
Tipologia d'esame
Orale
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Sommario insegnamento

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Programma

Seminario : Teatro di guerra. Continuità e discontinuità tra i conflitti del Novecento e quelli contemporanei.

Seminario interdisciplinare organizzato da un gruppo di docenti di vari Dipartimenti in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino, dedicato al problema della rappresentazione della guerra postnovecentesca. Il seminario prevede tre momenti: 1) una serie di lezioni frontali, tenute da studiosi di diverse discipline (storia, diritto, politologia e relazioni internazionali, teatro, cinema, letteratura); 2) lezioni seminariali del prof. De Luna dedicate alla storia delle guerre tra Novecento e post Novecento; 3) visione di alcuni spettacoli del cartellone del Teatro Stabile legati ai temi trattati nel seminario e relazione scritta su uno di tali spettacoli.

Gli iscritti al seminario avranno diritto a un abbonamento speciale agli spettacoli individuati. La frequenza alle tre parti del seminario è obbligatoria anche per le date relative al primo semestre dell’anno accademico ( e che riguardano solo le lezioni frontali).

Per i non frequentanti l’esame si svolgerà in forma scritta e avrà come oggetto lo studio del volume

Giovanni De Luna, Il corpo del nemico ucciso. Violenza e morte nelle guerre contemporanee, Einaudi, Torino, 2006.

Qui di seguito la scheda sul percorso teatrale del seminari

TEATRO DI GUERRAContinuità e discontinuità tra i conflitti del Novecento e quelli della contemporaneità

Seminario interdisciplinare e interdipartimentale

a cura di Giovanni De Luna e Mario Martone

Comitato scientifico: Giaime Alonge, Luigi Bonanate, Giulia Carluccio, generale Mauro Del Vecchio, Edoardo Greppi, Enrico Mattioda, Federica Mazzocchi, Antonio Pizzo.

Nel seminario sono rappresentati i seguenti insegnamenti: Diritto internazionale; International Institutional Law; Diritto internazionale umanitario e tutela dei diritti umani; Relazioni internazionali; Letteratura italiana; Strutture e processi della narrazione; Storia del cinema; Teoria e pratica della sceneggiatura cinematografica; Istituzioni di regia teatrale; Teatro e multimedia; Storia del cinema nord americano; Teoria e metodi di analisi del film; Fonti iconografiche e audiovisive per la ricerca storica: Animazione teatrale; Drammaturgia.

ADERISCONO ANCHE LA FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE E IL MUSEO DIFFUSO DELLA RESISTENZA, DELLA DEPORTAZIONE, DELLA GUERRA, DEI DIRITTI E DELLA LIBERTA’.

Questo passaggio di secolo è stato caratterizzato dal moltiplicarsi dei “teatri di guerra”. Dalla ex Jugoslavia al Rwanda, dall’Iraq all’Afghanistan. La “guerra simmetrica” del Novecento, quella combattuta con eserciti regolari tra Stati sovrani che si riconoscevano reciprocamente, si è frantumata nel pulviscolo dei conflitti di “nuova generazione”: un groviglio di guerre civili, guerre ai civili, lotte di liberazione e terrorismo ma che hanno alla base, comunque, l’essenza ultima di ogni guerra: “uccidere e farsi uccidere”.

Guerra o operazione di polizia? Soldati o mercenari? Terrorismo o lotta di liberazione nazionale? Troppe parole oggi non hanno più senso e molte di queste riguardano il modo in cui la violenza agisce nei rapporti tra gli uomini e nelle relazioni tra Stati. Del terrorismo, ad esempio, non esiste una definizione generale  e universalmente accettata. Stesse difficoltà concettuali si incontrano anche quando si tratta di definire cosa sia oggi il “soldato”, in un universo affollato da professionisti della sicurezza, mercenari a partita Iva, contractors, con una frammentazione in cui si coglie il nuovo aspetto privatistico assunto da guerre che sempre più difficilmente possono essere ricondotte alla nozione tradizionale dell’esercizio della sovranità dello Stato nazionale.  Ne deriva una vera e propria sfida conoscitiva agli strumenti tradizionali con cui gli storici, i giuristi, i politologi, i filosofi hanno da sempre studiato la guerra.

Per accettare questa sfida si è avviata un’iniziativa che ha pochi precedenti  e che risponde all’esigenza di una Università profondamente rinnovata, in grado di ripensare l’intero profilo del suo rapporto con le altre istituzioni culturali presenti sul territorio. Superando i tradizionali compartimenti stagni che frammentano il sapere accademico, alcuni insegnamenti appartenenti a diversi Dipartimenti dell’Università di Torino si sono collegati con il Teatro Stabile in un coraggioso progetto didattico. Tutti hanno accettato la proposta di una riflessione interdisciplinare che assume la guerra come oggetto di studio e che accetta l’impegnativo compito di “conoscere” la guerra, senza subire il fascino di una guerra vista come uno dei miti che attraversano i tempi e sono senza tempo, fuori dalla storia dell’uomo, divinità imperscrutabili, che si possono solo adorare o servire o odiare. No. La guerra è fatta dagli uomini, appartiene agli uomini, è totalmente dentro la storia degli uomini.

Studiare la guerra, dunque ma studiare anche le rappresentazioni della guerra, quelle narrazioni che la rendono percepibile nel suo “cuore di tenebra”, ne mettono in scena la drammaticità e sono in grado di restituirci il modo in cui afferra gli individui per scaraventarli oltre la soglia della convivenza civile, con la corruzione delle coscienze e la rottura delle regole. Il cinema, il teatro, la letteratura, l’arte raccontano la guerra, aiutano anche a elaborarne i lutti e le sofferenze che ne sono le conseguenze; spesso permettono al passato delle guerre di passare, aiutando la pacificazione e il ripristino della normalità. Di qui un percorso didattico che si sviluppa parallelamente agli spettacoli messi in scena dal Teatro Stabile.

L’articolazione del seminario prevede infatti una seduta plenaria iniziale con la spiegazione delle finalità e degli obiettivi; una serie di lezioni frontali tenute dai vari docenti e che coinvolgono tutti i partecipanti; l’avvio di incontri di approfondimento relativi alle singole discipline e con i singoli docenti; un momento conclusivo finale aperto a tutti. Contemporaneamente, gli studenti assistono agli spettacoli messi in scena dal Teatro Stabile. I due momenti, quello teatrale e quello disciplinare, sono strettamente intrecciati. Il teatro diventa non solo lo spazio per la fruizione di opere artisticamente di alto livello, ma anche un laboratorio di riflessione, quasi che quei copioni possano diventare documenti del nostro tempo, capaci di coniugare la conoscenza con la consapevolezza critica.

Testi consigliati e bibliografia



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Ultimo aggiornamento: 07/04/2014 14:58

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